| IL PIACERE DI VIAGGIARE
Il viaggio è innanzitutto un bisogno.
Da quando l'uomo ha preso coscienza della propria funzione su una terra popolata da altri uomini localizzati più o meno lontano da lui e viventi secondo abitudini diverse dalle sue, è scattato in lui il bisogno di conoscere il mondo.
Il viaggio è diventato il primo strumento di conoscenza e di arricchimento personale ed è stato il più grande motore del progresso.
Poi è venuto il piacere, quando la scelta di viaggiare è il frutto della libertà materiale e morale e quindi anche il risultato di una scelta razionale alla quale si aggiunge l'emozione, che quasi sempre condiziona i caratteri del viaggio.
È il piacere del contatto con il nuovo, con il bello, con l'interessante, con l'immaginato ma anche con l'inimmaginabile.
È il piacere dell'incontro con nuovi ambienti, e con una natura sconosciuta e sempre diversa, con le costruzioni che altri uomini hanno innalzato nel corso della storia per soddisfare i propri bisogni di vita privata e pubblica.
Ma è anche il piacere di incontrare altri uomini, di dialogare, di conoscerli, di comprenderne abitudini e comportamenti, di confrontarsi per costruire insieme una vita più bella e migliori strumenti di vita e per la vita.
Piacere significa anche la preparazione del viaggio, lo studio, la ricerca fatti prima di partire, seguendo i propri sentimenti e le proprie aspirazioni.
Il viaggio può diventare anche elemento di pace, che è il massimo piacere che l'uomo possa provare.
A tal fine il viaggio deve essere reale e non può essere sostituito da quello virtuale.
(modificato da R. Ruozi, presidente TCI)
| |